ALTRAINFORMAZIONE

Archive for giugno 2009

PROMEMORIA

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai, 
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra: 
per esempio, la guerra.

Gianni Rodari

18.06.2009

Miracolo di Cantoni: Pd e Pdl dicono sì a un miliardo di armi

L’unica cosa che li unisce tutti è la guerra. Non solo perché se la fanno tutti i giorni e quasi sempre senza indossare l’alta uniforme e per ragioni assai banali. Ma perché in mezzo a tante polemiche e colpi bassi c’è un posto quasi nascosto nel parlamento in cui Pd e Pdl (e perfino Udc, Lega Nord e Italia dei valori), marciano insieme e colpiscono uniti.

È la commissione Difesa del senato, guidata da una vecchia volpe della politica come Giampiero Cantoni (Pdl). A lui è riuscito, proprio di questi tempi, un mezzo miracolo: tenere compatte le truppe di maggioranza e opposizione. E in due sole sedute (l’ultima martedì) ha fatto licenziare programmi di acquisto d’arma per circa un miliardo di euro… C’è un po’ di tutto nelle decisioni votate all’unanimità dalla commissione di Cantoni: sistemi di protezione radaristica, acquisizione di missili di nuova generazione, armi anti-carro e perfino alcune ambulanze blindate per il soccorso ai feriti nelle zone di guerra (per 45 milioni, utili certo in Afghanistan).

La raffica di approvazioni nell’aultima settimana ha sbloccato programni pluriennali per un valore di un miliardo e 50 milioni, sia pure spalmati su più anni. Ma non è un precedente alla commissione Difesa, perchè in tutta la legislatura i partiti hanno marciato insieme in quasi tutte le occasioni. Unica eccezione vistosa l’8 aprile scorso, quando una parte del Pd non ha partecipato alla votazione sul programma di acquisizione del caccia americano Joint Strike Fighter, rilevando come di fronte a un investimento di oltre 1 miliardo di dollari ci sarebbe stato un ritorno certo per Finmeccanica non superiore ai 150 milioni. Nella decisione c’era poi l’antica divisione fra i sostenitori del caccia JSF e quelli di Eurofighter, l’analogo velivolo dell’industria europea. Ma si è trattato di un’eccezione alla regola. Nella concordia della commissione certo ha un peso il fatto che i rappresentanti dei vari partiti siano ex militari, come i generali Mauro Del Vecchio (Pd) e Luigi Ramponi (Pdl). Ma anche questo può diventare un esempio: quando i partiti inviano in commissione esperti reali dei temi che si discutono, è più facile raggiungere intese sul bene comune senza giocare alla guerriglia inutile fra le parti.

Non sarebbe stato male potere marciare in questo modo anche sui provvedimenti economici contro la crisi, con un po’ di capacità e buona volontà nelle fila dell’uno e dell’altro fronte. Ma purtroppo l’unica cosa che unisce tutti è proprio la guerra…

Franco Bechis

24.06.09
Un Tg tedesco ha mandato in onda un filmato che riprende un Silvio Berlusconi che avanza aitante e dondolante come un attempato bulletto di periferia, sia pure annegato nella selva dei suoi altissimi bodyguards che peraltro lo nanificano oltre il dovuto. Arrivato all’altezza di un signore che gli volta le terga e, appoggiato al tetto della sua macchina, sta scrivendo qualcosa su un foglietto, Berlusconi gli si affianca alle spalle, lo afferra per le braccia e mima un atto sessuale anale, gettando fango, non solo su di sé (cavoli suoi) ma anche sull’Italia intera da lui rappresentata. Tra disinvoltura e irresponsabilità c’è una bella differenza. Chi glielo dice?

Questa è la dimostrazione che anche una camapagna vi web può essere efficace!

18.06.09

Cari cyberattivisti,
sono passate solo due settimane dal lancio del nostro rapporto “Amazzonia, che macello!” e dalla cyberazione con la quale abbiamo chiesto a marchi globali come Geox, Timberland, Clark’s, Adidas e Nike di non acquistare pelle che proviene dalla distruzione dell’Amazzonia. In queste due settimane sono successe diverse cose di cui ho piacere di mettervi a parte e Greenpeace ha già ottenuto dei successi importanti: vi chiedo quindi di leggere quanto segue, e, se possibile, di continuare a sostenerci, magari anche con una donazione.
In seguito alle denunce di Greenpeace, l’International Finance Corporation, l’agenzia della Banca Mondiale che sostiene gli investimenti privati nei Paesi in via di sviluppo, ha cancellato il prestito di 90 milioni di dollari concesso al gigante brasiliano Bertin. Come dimostriamo nel rapporto, questa azienda acquista carne e pelle da allevamenti illegali in Amazzonia, deforestando, occupando territori indigeni e impiegando i lavoratori come schiavi.

La giustizia brasiliana ha aperto un’indagine e si appresta a richiedere a Bertin e ai proprietari degli allevamenti illegali un indennizzo milionario per danni ambientali. Le principali catene di supermercati in Brasile – come Wal Mart, Pao de Azucar e Carrefour – hanno cancellato i propri contratti con Bertin in seguito a una azione civile del Ministerio Publico Federal, che ha imposto multe di circa 200 euro per ogni chilo di carne proveniente dalla distruzione dell’Amazzonia
.
Anche in Europa, Greenpeace ha lavorato perché il rapporto e le nostre richieste vengano presi considerazione dalle aziende coinvolte. Di seguito la situazione nel momento in cui ti scrivo:
Geox: dopo l’azione diretta a Milano, abbiamo incontrato Geox nella nostra sede, presentando una lista di punti da chiarire e obiettivi da rispettare; l’azienda si è impegnata a rispondere entro cinque giorni a partire da oggi.
Clark’s: continua a non rispondere alle richieste di Greenpeace, nonostante abbia inviato a tutti quelli che hanno partecipato alla cyberazione una mail nella quale, mentendo, asserisce di averci cercato per trovare una soluzione.
Adidas, Nike e Timberland: hanno partecipato a un incontro insieme a Greenpeace e Bertin nel corso del quale si sono detti sensibili ai problemi sollevati dal nostro rapporto; dall’incontro, però, non è ancora scaturito nessun tipo di impegno formale.

Noi, e spero anche voi, crediamo invece che Clarks, Geox, Nike, Timberland, Adidas e Reebok debbano interrompere immediatamente i loro rapporti commerciali con le aziende che deforestano, fanno uso di lavoro schiavile e occupano territori indigeni.

Queste aziende devono decidere se vogliono essere parte del problema o parte della soluzione. E anche voi potete fare la vostra parte per convincerle a prendere la decisione giusta. Come? Partecipando alla cyberazione, se non l’avete già fatto, e inviando questo messaggio ai vostri amici!

Continueremo a tenervi informati su quanto facciamo e riusciamo a ottenere per la difesa dell’Amazzonia e delle foreste in genere. Vi ricordo che questo è l’anno della Conferenza di Copenhagen, nella quale si decideranno le misure per combattere i cambiamenti climatici. E niente come le foreste antiche svolge un ruolo positivo per stabilizzare il clima del pianeta.

Chiara Campione
Responsabile campagna Foreste

PS: Spedisci questo messaggio a tutti i tuoi amici interessati a combattere i cambiamenti climatici.  

PS:
Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Se non lo sei già, diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta cliccando qui.

Se questa mail non ti è arrivata direttamente da Greenpeace, iscriviti alla lista dei ciberattivisti. Sarai continuamente aggiornato sulle nostre attività.

Mi raccomando, firmate l’appello!!

01.06.2009

Dopo tre anni di indagini sotto copertura, Greenpeace pubblica l’inchiesta “Amazzonia, che macello!” fornendo una sconcertante fotografia del complesso mercato globale della carne e della pelle. Rivela come i giganti brasiliani del comparto zootecnico – parzialmente partecipati dallo stesso governo brasiliano – stanno distruggendo l’Amazzonia e il clima del nostro pianeta. In quest’inchiesta, per la prima volta, emergono i nomi di marchi come Geox, Adidas, Chateaux d’Ax, Kraft e Cremonini che nascondono dietro i loro processi produttivi storie di deforestazioni, incendi, abusi e nuova schiavitù della popolazione locale.

Nell’inchiesta, Greenpeace, si concentra principalmente sulla deforestazione illegale. Le prove raccolte dimostrano che i giganti del mercato della carne e della pelle brasiliani (Bertin, JBS, Marfrig, ecc.) vengono regolarmente riforniti da allevamenti che hanno tagliato a raso la foresta ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Questi allevamenti continuano a distruggere un ettaro di foresta amazzonica ogni 18 secondi.

I dati a disposizione di Greenpeace dimostrano, inoltre, che alcune delle fattorie che riforniscono Bertin, JBS e Marfrig utilizzano forme illegali di lavoro schiavile e occupazione di riserve indigene.

“Le scarpe che usiamo tutti i giorni, il divano nel nostro salotto, la carne in scatola che compriamo al supermercato e persino i pasti pronti che consumiamo sul treno o in autostrada possono avere un’impronta ecologica devastante sull’ultimo polmone del mondo e sul clima del nostro pianeta” spiega Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace.

L’allevamento bovino in Amazzonia ha impatti disastrosi anche a livello sociale, compresi fenomeni di nuova schiavitù. In Brasile, nel 2008, ben 3005 nuovi schiavi sono stati liberati da decine di aziende zootecniche. Il 99 per cento di questi erano tenuti prigionieri in Amazzonia.

“E’ il tempo del coraggio e della responsabilità per i nostri governanti e per le aziende che stanno dietro ai marchi globali se vogliamo vincere la sfida del cambiamento climatico. Per produrre una paio di scarpe sportive, invece, rischiamo di deforestare illegalmente, promuovere forme di nuova schiavitù e accelerare il cambiamento climatico. Per questo chiediamo a tutti i marchi coinvolti di interrompere immediatamente i rapporti commerciali con aziende o allevamenti che sono legati alla distruzione dell’Amazzonia” conclude Campione.

A livello globale la deforestazione determina il 20 per cento (o un quinto) delle emissioni di gas serra. Il Brasile è il quarto più grande emettitore di gas serra a livello globale (dopo Usa, Cina e Indonesia). Per promuovere la crescita della produzione di carne e pelle il governo brasiliano sta investendo per sviluppare ogni singola parte della filiera della carne e delle pelle nel Paese divenendo a tutti gli effetti un socio in affari della distruzione della foresta.
La conferenza sul Clima di Copenhagen, che si terrà a dicembre 2009, è un’opportunità unica per tutti i governi che dovranno prendere misure efficaci per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra a livello globale. Un vero accordo per la salvezza del clima e del pianeta deve includere azioni concrete e fondi adeguati per fermare la deforestazione.

Amazzonia, che macello
La distruzione delle foreste tropicali produce un quinto delle emissioni di gas serra a livello globale. Più dell’intero settore dei trasporti in tutto il mondo. Il principale motore della deforestazione dell’Amazzonia è l’allevamento bovino e il prodotto più redditizio che ne deriva, la pelle.
Se permettiamo che l’Amazzonia venga distrutta per espandere l’industria della pelle distruggeremo il più grande polmone del pianeta.
Agisci insieme a noi! Scrivi anche tu a Geox, Nike, Timberland, Adidas, Reebok e Clark’s. Fai sentire la tua voce. Fai sentire che non sei disposto ad acquistare scarpe che possono avere un’impronta ecologica devastante sulla foresta amazzonica.

Ecco il link per firmare l’appello: http://www.greenpeace.org/italy/campagne/foreste/amazzonia-che-macello

Ripropongo un argomento già vecchio, ma in qualche modo sempre attuale, perché questi video non sono ancora stati trasmessi in Italia su una rete televisiva nazionale, e si possono visionare solo su Internet.
Non so se si dovrebbe commentare.
Forse è meglio tacere.
In fondo per persone senza il senso critico necessario per capire che:
1) simili fatti sono inconcepibili in un contesto democratico, e che
2) lo sdegno dei parlamentari europei di tutti i partiti in Italia è da considerarsi ovvio e scontato, e che una notizia simile avrebbe dovuto finire su tutti i media e creare uno scandalo nazionale
ogni commento sarebbe inutile.

Confesso comunque che vedere questi video mi ha un po’ depresso: ci fa ricordare quanto siamo mal messi in Italia. Il vero problema non è Berlusconi in sè, ma tutte le persone che lo votano, continuano a votarlo e lo supportano, qualunque cosa faccia. Mi sembra di vedere la società italiana in una deriva qualunquista o quantomeno populista.
Spero di sbagliarmi.


Possiamo anche far finta che ciò che succede lontano da noi non ci riguarda…

Ma se troveremo questi alimenti sulle nostre tavole tutti noi ne pagheremo le coseguenze: apriamo gli occhi!!!

01.06.2009 – PeaceLink, Comitato per Taranto, AIL

Pochi giorni fa è stato raccolto il fieno in balle a poca distanza dall’area industriale di Taranto e in particolare dal camino E312 dell’Ilva.

Da quel camino che vedete in foto fuoriesce più diossina che quattro nazioni messe assieme, stando ai dati ufficiali dell’Eper sulle emissioni industriali europee.

Anche se abitaste lontano, chiedetevi per un attimo: sulle vostre tavole potrebbe arrivare la diossina di Taranto?

Foraggio raccolto vicino allIlva di Taranto
Dal registro europeo Eper (dati 2004) si possono ricavare questi dati di emissione industriale per la diossina:

Spagna 75,6 grammi/anno
Svezia 20,6 grammi/anno
Regno Unito: 68,9 grammi/anno
Austria: 1,5 grammi/anno

TOTALE 166,6 grammi/anno

Ilva di Taranto emette 172 grammi/anno di diossina stando alle proiezioni effettuate dall’Arpa Puglia disponendo dei dati delle rilevazioni del febbraio 2008.

Tale quantitativo, che supera quello di 4 nazioni messe assieme, proviene dal camino E312 all’ombra del quale viene raccolto il foraggio che vedete nelle foto scattate pochi giorni fa.

Il Comitato per Taranto, l’AIL e PeaceLink chiedono dove va a finire questo foraggio, quali animali alimenta e se vi sono rischi di contaminazione della catena alimentare.

Il problema di fondo è la tracciabilità dell’alimentazione animale, dato che il 98% della diossina entra nel corpo umano attraverso l’alimentazione.

Gli alimenti a rischio sono in particolare, stando all’allevamento basato su fieno:
– il latte;
– il formaggio;
– la carne.

Da indiscrezioni raccolte sembrerebbe che alcune delle rotoballe avvistate possano andare a Matera. Sarebbe importante avere una verifica ufficiale sulla destinazione delle balle di fieno.

Sapere se il foraggio è contaminato è essenziale perché dall’alimentazione animale dipende la sicurezza alimentare delle persone. Quel foraggio in quale parte d’Italia andrà? Sulle tavola di qualcuno distante da Taranto farà capolino la diossina di Taranto?

Foraggio raccolto vicino allIlva di TarantoForaggio raccolto vicino allIlva di Taranto


Emergency

http://www.emergency.it/

Emergency

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Perchè questo blog?

Per tenersi informati non sempre è sufficiente leggere giornali o guardare i tg. A volte può essere opportuno seguire anche canali di informazione "alternativa". Su Internet, infatti, moltissimi siti raccolgono notizie che permettono un’informazione veramente libera! Si può chiamare CONTROINFORMAZIONE, ma visto che non è contro nessuno (be', contro nessuno che voglia un'informazione libera...) preferisco chiamarla ALTRAINFORMAZIONE. E' a favore di tutti sapere un pochino di più circa come va il mondo... Cosa mi propongo di fare? In questo blog pubblico gli articoli/notizie/interviste/comunicati/editoriali/etc. che mi hanno colpito e che voglio tentare di diffondere. Oltre a questo c'è una newsletter e un gruppo su Facebook. Non ho grandi pretese... non sono e sarà uno di quei blogger che passano tutto il proprio tempo a cercare notizie e difendere la libertà di informazione andando a caccia di notizie... il blog nn sarà mai in cima alle classifiche... ma nn importa. Buona (ALTRA)INFORMAZIONE a tutti!!! (Aspetto i vostri commenti/idee/proposte/collaborazioni di tutti i tipi!!!)

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